Il salone Giulio Onesti ospita la macchina Cusi.
Innovazione, sostenibilità, università e sport per gestire il presente e costruire il futuro con enti e istituzioni. Quattro parole chiave, un motto, le emozioni di una giornata speciale. Università, innovazione, sostenibilità e sport sono le tematiche scandite con fermezza e tempi giusti da Antonio Dima. Esperienze e sofferenze, sfide e impegni, fatiche e gratificazioni: lo scambio, da nord a sud, svela compattezza e unità d’intenti. C’è tanto da fare, lo si intuisce dagli sguardi, dalle parole concitate, dal desiderio di ripartire. Con idee, freschezza, fatti concreti. In breve, la mattinata della diciannovesima assemblea federale e del settantaseiesimo congresso nazionale è il momento adatto per uno sguardo allo specchio. “Camminiamo insieme” è lo spot della mamma degli sportivi universitari italiani. “Il Cusi c’è” e ci sono anche gran parte dei dirigenti accorsi al Palazzo H del Coni. La lista è nutrita e di pregio: il presidente del Coni Giovanni Malagò, la sottosegretaria Valentina Vezzali, il presidente di Sport e salute, Vito Cozzoli, il vice presidente dell’Anci, Roberto Pella, i rettori di Cassino e Camerino, Giovanni Betta e Claudio Pettinari, il sindaco di Cassino, Enzo Salera. Roberto Fabbricini, già segretario generale del Coni e commissario della Federcalcio, è il presidente dei lavori. A contatto di gomito, il vice presidente del Cusi, Gianni Ippolito. Si parte. Ai lavori hanno preso parte ventuno Cus in presenza e ventitré da remoto. Competizione, appuntamenti, sfide. Sono le 11.56. I lavori del Cusi si chiudono con una certezza: il domani dello sport universitario si può costruire con buon senso e competenza.